Una tipica ricetta salentina che affonda le sue origini nell’antichità e che è tradizione mangiare il giorno di San Giuseppe, il 19 marzo.
I “ciceri” in dialetto salentino sono i ceci, mentre la parola “tria” probabilmente deriva dall’arabo e indica la pasta fritta.
Un primo piatto semplice e sostanzioso, ma non rapido da preparare. Il risultato varrà, però, senz’altro l’attesa.
15 minuti
Media
Ingredienti per 4 persone
- 400 g di Ceci Biologici Libera Terra
- 350 g di Semola Rimacinata di Grano Duro Biologica Libera Terra
- 12 cucchiai di Olio Extra Vergine d’Oliva Biologico Libera Terra (95 g circa)
- 1 cipollotto (50 g circa)
- 300 g di cavolo nero – facoltativo
- Pesto di Peperoncini Calabrese Piccanti Biologico Libera Terra q. b.
- sale (grosso e fino), rosmarino e alloro q.b.
Preparazione
Dopo aver tenuto in ammollo i ceci e averli lavati accuratamente, lessateli a fuoco lento e scolateli, tenendo da parte 2 tazze di acqua di cottura.
Lavate accuratamente il cavolo nero e scottatelo intero in una casseruola con acqua bollente, coprendolo con un coperchio e lasciandolo cuocere finché l’acqua non ricomincia a bollire (per circa 2 minuti). Una volta scottato, dopo averlo lasciato raffreddare per qualche minuto, tagliatelo in piccoli pezzi.
Pulite, lavate accuratamente e affittate in piccoli pezzi il cipollotto. Quindi, fatelo dorare in tre cucchiai di olio in una padella abbastanza capiente da contenere sia il condimento che la pasta. Aggiungete, poi, i ceci e il cavolo nero, lavate e unite le erbe aromatiche intere, fate saltare il tutto per qualche minuto in padella e aggiustate di sale e peperoncino. Se necessario, aggiungete un po’ di acqua di cottura dei ceci che avevate messo da parte.
Nel frattempo, preparate la pasta fresca. Versate delicatamente la semola in una ciotola capiente, facendola passare per un setaccio. Poi, versate a poco a poco 200 ml di acqua a temperatura ambiente e un cucchiaio di olio, mentre mescolate con l’aiuto di una forchetta, evitando la formazione di grumi. Quindi, impastate a mano, prima nella ciotola e poi in un piano di lavoro, precedentemente leggermente unto o con un velo di farina. Infine, coprite il panetto ottenuto con un panno e lasciate riposare per almeno 30 minuti.
Dopo che il panetto avrà riposato, stendetelo con un mattarello fino a creare una sfoglia di circa 3 millimetri di spessore. Tagliate la sfoglia a strisce larghe poco meno di 2 centimetri e lunghe circa 8 centimetri e attorcigliatele con le mani conferendogli una forma elicoidale. Riponete la pasta su setaccio e lasciatela essiccare per almeno 2 ore.
Una volta che la pasta sarà essiccata, procedete a friggerne circa la metà in un tegame con abbondante olio caldo e, quando sarà perfettamente dorata, scolatela con l’aiuto di una schiumarola a ragno e disponetela in un piatto ricoperto da carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso.
Rimettete sul fuoco (fiamma moderata) la padella con i ceci e il cavolo nero, aggiungete la pasta fresca che non avete fritto, versate a poco a poco e al bisogno la restante acqua di cottura dei ceci e fate cuocere la pasta (1 minuto circa), mescolando delicatamente e prestando attenzione a non farla spezzare. Durante la cottura se necessario aggiustate di sale e peperoncino. A cottura ultimata, spegnete la fiamma, eliminate le erbe aromatiche, aggiungete la pasta fritta e mantecate delicatamente.
Disponete nei piatti e servite.
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